QUANDO IL GATTO DORME , I TOPI BALLANO

I proverbi sono FILOSOFIA POPOLARE, frutto della cultura sedimentata nel corso dei secoli.    Quando il gatto dorme i topi ballano, ben rappresenta la attuale situazione geopolitica internazionale.

Come illustri studiosi di geopolitica affermano negli ultimi anni, la prima potenza mondiale, la nazione Stati uniti d’America (USA), si sta avviando verso un inarrestabile declino.  Gli USA sono sempre stati la nazione dove venivano (e vengono) applicate le regole del capitalismo liberista e gli USA stanno rispecchiando la crisi del capitalismo nel mondo.

Al di là dei meri conti economici, gli USA sono ancora leader mondiali grazie alle loro imprese ed al loro modello, ancora vincente, di finanziamento della innovazione. Gli USA sono pieni di “venture capitalist” che sono perennemente alla ricerca di imprese innovative da finanziare. Le imprese finanziate che raggiungono il successo sono solo il 10-20%, ma i profitti conseguiti dalle imprese vincenti sono talmente elevati che compensano ampiamente le perdite delle imprese fallite.

Solo negli USA possono svilupparsi i vari Steve Jobs, Bill Gates, Jeff Bezos, Elon Musk; essi erano o sono ancora a capo delle più importanti realtà in vari campi strategici, come l’informatica, la telematica, l’industria aerospaziale e militare.

La Repubblica popolare cinese (PRC) seconda potenza mondiale, ha cercato di seguire il modello USA, ma senza riuscirci. Per 30 anni (dal 1990 al 2020) la PRC ha avuto una incredibile crescita, che le ha consentito di recuperare (e superare) le nazioni dell’Occidente.                     

Ma questa poderosa crescita si è arrestata tre anni fa, a partire della diffusione della pandemia Covid-19, partita proprio dalla PRC. Xi Jinping, il capo assoluto della PRC, per far fronte alla pandemia, ha iniziato a potenziare la pervasività del Partito comunista cinese (PCC) in ogni campo, in particolare in quello economico.

Famoso ed emblematico il caso di Jack Ma, fondatore di AliBaba, uno degli uomini più ricchi della PRC; Jack Ma voleva aprire una struttura simile ad una banca, il PCC si è spaventato, temendo una erosione del suo potere e Jack Ma è stato subito bloccato. Per qualche settimana Jack Ma era addirittura sparito dalla circolazione, e molti hanno temuto per la sua vita.

Non è necessario avere un master in economia ad Harvard per capire che se il governo di una nazione limita lo spirito di intraprendenza di un imprenditore, allora si va ad intaccare il principale motore della economia e della innovazione. Il PCC ha creato un obbrobrio, il capitalismo in salsa comunista (o il comunismo in salsa capitalista, vedete voi). Il capitalismo, per definizione, presuppone la LIBERTA’. Libertà di raccogliere i capitali, libertà di intraprendere, libertà di azione. E, come noto, nella PRC la libertà NON ESISTE.

Il capitalismo ha anche assoluta necessità di TRASPARENZA. Trasparenza dei mercati, possibilità di andare alla camera di commercio e di fare una visura che mi racconti chi è l’azienda a cui devo vendere o comprare dei materiali. E in PRC NON ESISTE trasparenza.

Il capitalismo ha anche assoluta necessità di un sistema giudiziario INDIPENDENTE, che possa tutelare me stesso e la mia azienda nel caso io abbia subìto un torto. Ma, come noto, in PRC il sistema giudiziario è in mano al PCC e NON ESISTE giustizia indipendente.

L’Unione sovietica è crollata proprio perché gli individui non avevano libertà, non c’era meritocrazia, nessuno spirito di iniziativa, tutto veniva deciso dall’alto. Lavoravi 10 o lavoravi 100, si guadagnava lo stesso. La PRC sta tornando indietro di 30 anni.

Il mondo oggi è in una profonda crisi economica, anche se al telegiornale non ce lo raccontano. Sembra che vada tutto bene, madama la marchesa.

L’economia USA è fiorente, poca disoccupazione; l’Europa sta uscendo dalla pandemia Covid-19 e dalla dipendenza petrolifera dalla Russia; l’Italia avuto un buon andamento di borsa.

Ma è la classica narrazione per tenere a bada gli allocchi.

Gli USA stanno andando bene perché ci sono due guerre in corso (quelle principali – Ucraina e Gaza, senza contare le altre) e, notoriamente, in tempi di guerra le industrie militari fanno affari d’oro. E anche le altre big del web (Alphabet, Meta, Amazon , Microsoft, Apple eccetera) continuano a macinare utili.

Ma la PRC da tre anni si è praticamente fermata; vivendo di export, la PRC non è riuscita a compensare il calo dell’export (pandemia) con il mercato interno.

La Germania non riesce più a vendere le sue costose autovetture ai cinesi, ed anche loro sono in crisi. L’Italia è legata mani e piedi all’industria tedesca, se loro soffrono soffriamo anche noi.

Gli USA hanno cominciato a “tirare i remi in barca” già dalla prima presidenza Trump. Biden ha riallacciato i legami con l’Europa, ma la seconda presidenza Trump incombe sul mondo.

Donald Trump è fissato con il MAGA (Make America great again), pensando che lui possa rinunciare a fare il “poliziotto del mondo”, concentrandosi sulla sua nazione e nello stesso tempo restare la prima potenza mondiale. Gli USA sono diventati la prima potenza nel corso della Seconda guerra mondiale, laddove hanno dispiegato tutta la loro potenza industriale e militare, schiacciando la Germania ed il Giappone. La Gran Bretagna, peraltro uscita danneggiata dal conflitto, si è ritrovata a fare da comprimaria.

Per restare la nazione più potente e ricca del mondo, gli USA hanno dovuto continuare la politica colonialista messa in piedi dagli europei nel corso dei secoli, ed in particolare dopo la “scoperta” dell’America.

Gli USA hanno applicato la “dottrina Monroe” (il sud America è un giardino ad uso esclusivo degli USA), hanno saccheggiato le ricchezze dell’Africa attraverso le loro multinazionali, mezza Europa (in prima fila l’Italia) è diventata una colonia USA, hanno contrastato Unione sovietica (URSS) e PRC prima in Corea e poi in Vietnam.

Ma, come accennato all’inizio, il sistema economico mondiale da circa 20 anni (dallo scoppio della bolla delle dot.com) ha iniziato una lunga discesa: le risorse naturali cominciano a scarseggiare, mettendo in crisi uno dei pilastri del sistema liberistico, quello per cui la natura non viene conteggiata nel ciclo economico, considerandola “infinita”. Inoltre il consumismo, massima espressione del sistema economico attuale, comincia a mostrare i suoi limiti: non posso cambiare autovettura e smartphone ogni anno per far lavorare l’operaio europeo, americano o cinese.

E il capitalismo contemporaneo si è sganciato dai mezzi di produzione: pare che oggi il valore di borsa delle aziende dipenda più dalla reputazione, dalla capacità di essere “sostenibili”, dal marchio. Manca cioè “il sottostante”. E ormai i grandi capitalisti sono diventati grandi finanzieri.

Per risparmiare sulla manodopera, il sistema capitalistico mondiale ha cercato di seguire due strade: 1) la delocalizzazione produttiva in nazioni a più basso costo della manodopera, con minori tutele sindacali e minori regole ambientali 2) l’automazione industriale.

In merito alla prima, piano piano stanno finendo le nazioni a basso costo; in Asia è rimasto il Bangladesh e poco altro; molte produzioni vengono trasferite in Africa, ma prima o poi finirà anche questo trend.

In merito alla seconda strada, c’è un “PICCOLO ” problema: i robot, le macchine, i software, gli algoritmi non mangiano, non dormono, non vanno in vacanza, non comprano case. Come fa a girare l’economia se gli operai, gli impiegati, i professionisti vengono gradualmente sostituiti dalle macchine? Ovviamente il singolo imprenditore NON SI PONE IL PROBLEMA, ma la società nel suo insieme se lo deve porre.

Per farla breve, per tutti i motivi suesposti, gli USA si sono portati verso una fase discendente. E se gli USA non fanno più i “poliziotti del mondo”, “i topi”, cioè le altre nazioni, si sentono autorizzate a ballare, a fare quello che gli pare.

Molti hanno detto che l’invasione russa dell’Ucraina deriva anche dalla disastrosa ritirata USA dall’Afghanistan dell’agosto 2021. Vladimir Putin deve avere pensato che l’Occidente era così scassato che non avrebbe difeso l’Ucraina. Sappiamo come è andata, ma il teorema di Putin sta funzionando sulla distanza: USA ed Europa hanno tagliato, per vari motivi, le risorse militari ed economiche all’Ucraina.

Nicolas Maduro da alcune settimane minaccia la Guyana, rivendicando il territorio che confina con il Venezuela, territorio ricco di minerali e di combustibili fossili. Se Maduro di permette di alzare la testa, significa che non ha più gran paura degli USA, che peraltro sorvegliano i giacimenti petroliferi del Mar dei Caraibi.

L’Azerbaijan ha cacciato gli armeni del Nagorno-Karabak, approfittando del fatto che i russi (che si erano impegnati a proteggere gli armeni) sono distratti dalla guerra in Ucraina.

Molte nazioni pensano (a ragione) che siamo tornati indietro di cento anni, per cui le controversie internazionali VERRANNO SEMPRE PIU’ RISOLTE ATTRAVERSO LE ARMI. Tempi duri ci attendono.

Come sempre l’Europa (gigante economico, nano politico, verme militare) sta a guardare. Chi è disposto a combattere per l’Europa?

Noi europei possiamo stare ancora a guardare il declino USA , mentre PRC e Russia prendono la guida dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e SudAfrica), ma fino a quando?

Quando decideremo cosa fare da grandi?

Quando lo decideremo sarà forse troppo tardi.